Il reddito complessivo totale dichiarato nel 2019, in relazione all’anno d’imposta 2018, ammonta a circa 880 miliardi di euro (+42 miliardi rispetto all’anno precedente, +5%) per un valore medio di 21.660 euro, in crescita del 4,8% rispetto al reddito complessivo medio dichiarato l’anno precedente. 

Lo rende noto il Ministero dell’Economia e delle Finanze in un comunicato stampa. L’incremento del reddito complessivo è dovuto all’aumento dei redditi da pensione, lavoro dipendente e lavoro autonomo.

Il 44% dei contribuenti, che dichiara il 4% dell’Irpef totale, si colloca nella classe fino a 15.000 euro. 

Nella fascia tra i 15.000 e i 50.000 euro si posiziona il 50% dei contribuenti, che dichiara il 56% dell’Irpef totale, mentre solo circa il 6% dei contribuenti dichiara più di 50.000 euro, versando il 40% dell’Irpef totale.

I soggetti con un reddito complessivo maggiore di 300 mila euro (0,1% del totale dei contribuenti) non sono più tenuti al pagamento del contributo di solidarietà del 3% sulla parte di reddito eccedente tale soglia.

I redditi da lavoro dipendente e da pensione rappresentano circa l’82% del reddito complessivo dichiarato, quello da pensione il 29% del totale.

Il reddito medio più elevato risulta quello da lavoro autonomo, pari a 46.240 euromentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori (titolari di ditte individuali, non di quote societarie) è pari a 20.940 euro.  

Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 20.820 euro, quello dei pensionati a 17.870 euro. Infine, il reddito medio da partecipazione in società di persone ed assimilate risulta di 18.130 euro. La quasi totalità dei redditi da capitale è soggetta a tassazione sostitutiva e non rientra pertanto nell’Irpef.

Trend in chiaroscuro

L’analisi dell’andamento dei redditi medi delle singole categorie di contribuenti evidenzia che, in confronto al 2017, crescono in misura significativa i redditi medi da lavoro autonomo (+6,3%), mentre la contrazione del reddito d’impresa (-5,2%) e del reddito da partecipazione (-1,4%) sono verosimilmente dovuti agli effetti transitori dell’introduzione, a partire dal 2017, del regime per cassa per le imprese in contabilità semplificata. Il reddito medio d’impresa in contabilità ordinaria, non interessato dalla variazione normativa, aumenta del 4,6%. Risulta in crescita anche il reddito medio da lavoro dipendente (+1,3%), a differenza della flessione registrata nell’anno precedente. In tale ambito, va evidenziato l’aumento del numero sia di lavoratori con contratti a tempo indeterminato (+1,2%) sia di lavoratori con contratti a tempo determinato (+3,5%). 

Pensionati

Il reddito medio da pensione mostra una crescita del 2,5%, confermando il trend degli anni precedenti, mentre continua a rilevarsi una contrazione del numero di pensionati (oltre 73.500 soggetti in meno, -0,5%), effetto della riforma delle pensioni Monti-Fornero, (D.L. 201 del 6/12/2011) che ha posticipato il raggiungimento dei requisiti per il pensionamento. 

IVA e forfetario 

Circa 4,7 milioni di contribuenti hanno presentato la dichiarazione IVA per l’anno d’imposta 2018, in calo rispetto all’anno precedente (-1,7%), a causa principalmente della mancata presentazione della dichiarazione da parte dei soggetti che hanno aderito al regime forfetario. 

Il “Totale Iva a credito” passa dai 48,8 miliardi di euro del 2017 ai 49,2 miliardi di euro del 2018, con un incremento dello 0,82%. Si ritiene che la modesta dimensione dell’incremento possa essere collegata all’introduzione, nella determinazione del credito IVA emergente dalla dichiarazione annuale, del vincolo in base al quale esso va calcolato considerando esclusivamente i versamenti effettuati.

Nord-Sud
La Lombardia si conferma la regione col reddito medio complessivo più elevato (25.670 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (24.760 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (15.430 euro); anche nel 2018, quindi, rimane cospicua la distanza tra il reddito medio delle regioni centro-settentrionali e quello delle regioni meridionali.