Lo scorso anno sono transitate attraverso lo SDI ben 2,09 miliardi di fatture elettroniche, inviate da 3,9 milioni di imprese, pari al 78% del totale. Il 55% è destinato a soggetti privati (B2b), il 44% a consumatori finali (B2c), l’1% alla PA (B2g).

Quasi il 60% è stato emesso da imprese del Nord Italia (il 34% in Lombardia) e il 47% proviene dai settori del commercio all’ingrosso e al dettaglio e delle utility.

Sono i numeri raccolti nella ricerca dell’Osservatorio Digital B2b della School of Management del Politecnico di Milano.



Le grandi imprese hanno trasmesso il 57% delle fatture, le PMI il 23%, le microimprese e le ditte individuali il restante 20%. Dopo un anno di fatturazione elettronica, si iniziano a vedere i primi benefici nel contrasto all’evasione: da gennaio a novembre sono stati individuati e bloccati falsi crediti IVA per 945 milioni di euro su 104,7 miliardi di euro di versamenti.

I versamenti sono aumentati del 3,6% rispetto al 2018, con un aumento attribuibile alla fatturazione elettronica stimato tra 0,9 e 1,4 miliardi di euro tra gennaio e giugno 2019.

La fatturazione elettronica fra privati in Italia

La fatturazione elettronica, grazie all’obbligo normativo, è la soluzione di Digital B2b più diffusa, con il 78% delle imprese italiane che l’ha adottata nell’ultimo anno.

L’estensione ad altri documenti del ciclo dell’ordine, però, è ancora limitata: l’ordine elettronico è stato inviato dal 26% delle aziende, il documento di trasporto (DdT) dal 20%, solo il 12,9% dei fornitori e il 9,6% dei clienti gestiscono in modo elettronico i tre documenti.

Più avanzata la digitalizzazione dei processi interni, con il 72% delle aziende che utilizza almeno uno strumento fra ERP, CRM, sistemi di conservazione digitale o di gestione elettronica documentale e workflow approvativi.

Il 53% delle imprese ha digitalizzato almeno una delle tredici fasi che compongono l’eProcurement (dall’albo fornitori alla loro qualifica, fino alla gestione del catalogo elettronico) e l’eSupply chain collaboration – l’impiego di strumenti digitali per la gestione di processi collaborativi come il monitoraggio della supply chain – è presente nel 32%.

I benefici della fatturazione elettronica rilevati dalle imprese riguardano sia il ciclo passivo, con risparmio di tempi e costi, riduzione degli errori, miglioramento della qualità delle informazioni e dei processi, sia il ciclo attivo, con benefici in termini di efficienza (meno costi legati ai materiali consumabili e minor tempo di esecuzione delle attività).

Il 16% percepisce però degli appesantimenti sul ciclo passivo, come una scarsa fluidità del processo di riconciliazione della fattura con altri documenti del ciclo dell’ordine, e il 28% sul ciclo attivo, ad esempio per la necessità di personalizzare molte informazioni all’interno delle fatture su richiesta dei clienti.

La fatturazione elettronica può portare anche benefici indiretti, migliorando le attività connesse al processo di fatturazione, ma solo un’impresa su tre li percepisce (34%). Fra le grandi aziende la percentuale sale al 40%, con i miglioramenti più significativi che riguardano il monitoraggio dei crediti insoluti (50%) e la gestione fiscale (49%), mentre fra le PMI una su tre riscontra benefici, specialmente nella contabilità analitica (33%).

Le tecnologie per l’integrazione di filiera

Sono 19mila le imprese che nel 2019 hanno adottato l’EDI come soluzione di Digital B2b per scambiare i principali documenti del ciclo dell’ordine (ordine, conferma d’ordine, avviso di spedizione e fattura), con un incremento del 19% rispetto all’anno precedente. Il 98% delle imprese connesse appartiene ai settori automotive, elettrodomestici ed elettronica di consumo, farmaceutico, largo consumo e materiale elettrico.

Cresce anche il numero dei marketplace B2b, piattaforme che permettono di vendere in Italia prodotti nazionali ed esteri, a supporto dei processi di digitalizzazione delle imprese. L’Osservatorio ne ha censiti 39, 16 in più di un anno fa, di cui il 67% è transazionale, utilizzato dalle aziende che emettono l’ordine direttamente sulla piattaforma e in alcuni casi anche altri documenti, il 28% è utilizzato per attività di lead generation, il 5% viene usato come vetrina di promozione dei prodotti. Oltre la metà è pensata solo per i processi B2b (54%), il 46% copre sia il mercato B2b sia quello B2c.

Un terzo dei marketplace censiti è italiano (36%), il 23% è americano, il 10% cinese; 20 si concentrano su un settore specifico, 19 sono dedicati a più settori. L’alimentare è il settore più interessato (49% dei casi), seguito da elettrodomestici ed elettronica di consumo (44%), tessile-abbigliamento (44%), automotive e materiale elettrico (entrambi al 33%) e sanità (21%). I marketplace italiani si rivolgono prevalentemente al mercato B2b (64%) e il 79% è focalizzato su un settore specifico, con alimentare e tessile ai primi posti.