Il digitale ha sostenuto l’Italia durante il lockdown ed è ormai considerato irrinunciabile per la ripresa.
È quanto emerge da una ricerca condotta dall’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, recentemente presentata nel corso di un convegno on line.
La Pubblica Amministrazione è stata fondamentale nella gestione dell’emergenza e avrà un ruolo cruciale nei prossimi mesi per l’attuazione dell’Agenda Digitale, prima di tutto per la gestione dell’ingente mole di risorse europee disponibili.
Per i prossimi sette anni di programmazione europea, l’Italia potrà contare su oltre 100 miliardi di euro per l’attuazione dell’agenda digitale, più le risorse che sarà possibile attrarre da fondi diretti di investimento.

Nella programmazione 2014-2020, l’Italia è stato il primo Paese per fondi strutturali disponili per l’attuazione dell’agenda digitale – 3,6 miliardi di euro – ma ne ha spesi effettivamente solo il 34,5%. Solo Puglia, Valle d’Aosta e Lazio hanno speso più del 50%.
“Dopo il ruolo cruciale avuto nella gestione dell’emergenza sanitaria ed economica, la PA è chiamata a essere uno degli attori chiave nel rilancio del Paese, non limitandosi a ridistribuire in modo assistenziale le risorse a disposizione, ma giocando un ruolo da ‘regista’ della trasformazione digitale – dice Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation -.
Per rendere sistemico quanto fatto in questi mesi e non vanificare le tante risorse disponibili per la ripresa, la PA deve innovare innanzitutto sé stessa ed essere in grado di coinvolgere cittadini e imprese, dotandosi di regole chiare per favorire l’innovazione, sostenendo la crescita del mercato di soluzioni digitali, sviluppando progetti per il bene comune su cui allocare correttamente le risorse, in costante interazione con il mercato e nel rispetto dei relativi ruoli”.
Con 50 milioni di italiani presenti in ANPR, 150 milioni di pagamenti gestiti tramite pagoPA, 170 milioni di fatture elettroniche alla Pubblica Amministrazione (PA), quasi 13 milioni di credenziali SPID e 18 milioni di CIE rilasciate, 8 milioni di download dell’App IO e 10 di Immuni, l’Italia ha posto solide basi per un proprio “sistema operativo” digitale.
Eppure, l’Italia resta al quart’ultimo posto in Europa per livello di digitalizzazione (25°su 28), con sensibili differenze tra Nord e Sud del Paese: secondo il Digital Economy and Society Index (DESI) regionale elaborato dall’Osservatorio Agenda Digitale, Lombardia, Lazio e Provincia di Trento sono le regioni più “digitali”, mentre in coda ci sono Sicilia, Molise e Calabria.