L’incremento dei prezzi dell’energia elettrica preoccupa le imprese associate ad  ANIE AICE,  comparto di ANIE Federazione che rappresenta le aziende produttrici di cavi per energia e accessori, cavi per comunicazione e conduttori per avvolgimenti elettrici (espressione nel 2020 di un volume d’affari complessivo pari a 3,1 miliardi di euro, di cui 1,5 miliardi di euro di esportazioni) anche per la carenza e l’aumento dei prezzi delle materie prime cosi come dei costi relativi agli imballaggi e ai trasporti. 

La crescita senza precedenti del costo dell’elettricità rischia di frenare le attività industriali e si iniziano a registrare le prime tensioni a causa della variazione in aumento dei prezzi di listino di beni e servizi. 

Carlo Scarlata, Presidente di ANIE AICE

Il rincaro dell’energia è un problema mondiale, dovuto alla ripresa della domanda – dopo mesi di forte stagnazione causati dalla pandemia – a un’offerta più limitata del previsto, a questioni geo-politiche oltre che a diversi aspetti legati al clima. Il costo del gas, fonte principale dell’elettricità, si è quintuplicato da inizio anno, nei giorni scorsi ha sfiorato i 220 euro per Megawattora.  Inoltre si registra un nuovo record storico pure per il carbone, arrivato a 280 euro per tonnellata nel Nord Europa e per il barile del petrolio Brent che ha toccato il prezzo massimo degli ultimi tre anni. Anche il valore della Ue CO2 resta vicino ai massimi storici, sopra 85 euro per tonnellata. 

Nell’ultimo anno tendenze rialziste si rilevano anche nelle quotazioni delle principali commodity non energetiche – fra cui il rame – impiegate nel settore industriale.

“La carenza delle materie prime nonché l’aumento del prezzo delle stesse e l’esplosione dei prezzi dell’energia, stanno causando problemi negli approvvigionamenti e ora stanno assumendo proporzioni drammatiche”, ha dichiarato Carlo Scarlata, Presidente di ANIE AICE

Nel corso del 2021 il costo energetico per i produttori (euro per kWh) si è più che triplicato, con particolare intensità dopo agosto, con un impatto sui costi di produzione che varia dal 5% al 20% a seconda del tipo di prodotto. 

Non si era mai vista la convergenza di tanti fattori come: l’incremento delle quotazioni dei metalli (ad esempio, il costo del rame è passato da 3 euro al Kg, a 6/7 euro Kg, a oggi a 9 euro kg), delle altre materie prime e la difficile reperibilità dei prodotti: si è andata a creare la così detta “tempesta perfetta”.  

Tutto ciò potrebbe avere degli impatti devastanti sulle nostre imprese con ricadute anche sui prezzi di vendita del cavo come prodotto finito”.

Scarlata conclude con un appello: “Chiediamo comprensione da parte di tutti gli attori della filiera (clienti e fornitori) perché collaborino a mantenere in salute un comparto già messo a dura prova in questi anni”.